Oltre alla crudeltà non necessaria inflitta agli animali, dietro l’industria della pelle si cela anche lo sfruttamento delle persone.
La pelle è un materiale organico e proprio per questo motivo è soggetto a putrefazione.
Per impedirne la decomposizione vengono impiegate potenti sostanze chimiche, tossiche e altamente inquinanti, spesso utilizzate dai lavoratori conciari senza adeguate protezioni.
Ne derivano malattie professionali correlate all’esposizione chimica come dermatiti allergiche, patologie respiratorie, danni neurologici e tumori del naso.
Le sostanze di scarto derivanti dalla lavorazione della pelle sono classificate come rifiuti speciali ma spesso vengono smaltite nei fiumi senza rispetto per l’ambiente, per la popolazione locale e per la popolazione che vive a valle delle acque inquinate.