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L’industria conciaria è una delle più tossiche al mondo a causa dei prodotti chimici adoperati.

Il cromo, nota sostanza cancerogena, è molto utilizzato, così come gli acidi, il sodio e l’ammonio.

Le analisi dimostrano che le falde acquifere nei dintorni delle concerie contengono livelli pericolosamente elevati di cromo, piombo, formaldeide e persino cianuro, con grave impatto negativo sia sull’ambiente e sulla fauna sia sulla salute delle persone.

Oltra ai danni ambientali derivanti dalla lavorazione della pelle va tenuto in grande considerazione che la produzione di carne e di pelle è responsabile di più del 20% del totale delle emissioni dei gas ad effetto serra.

Pensa ad esempio alla mucca: per ogni mucca vengono emessi ben 8,75 kg di gas metano ogni anno, il cui impatto sul riscaldamento globale è 25 volte superiore rispetto all’impatto derivante dall’anidride carbonica (CO2). Per comprendere la rilevanza di questo dato, pensa che i trasporti rappresentano solo il 13% delle emissioni mondiali di gas ad effetto serra.

Per produrre ad esempio un singolo paio di scarpe in pelle occorre utilizzare ½ vitello.

Pensa ora a tutte le scarpe e a tutti gli accessori in pelle che vedi ogni giorno intorno a te e che ci sono in tutto il mondo.

Adesso puoi immaginare la mole di animali che vengono utilizzati nella filiera produttiva della moda e puoi comprendere che un simile sfruttamento del nostro ecosistema oggi non è più sostenibile.